Li chiamano i ragazzi della generazione Z, quelli nati verso la fine degli anni 2000. Quelli che non hanno mai conosciuto il mondo senza Internet, smartphone o tablet, attratti da ogni minima innovazione tecnologica. Schiavi dei messaggi, delle immagini e delle interconnessioni su Facebook, Twitter, WhatsApp, Instagram, Tinder, Snapchat, Telegram, TikTok, WeChat o ogni nuova applicazione che viene fuori ogni giorno, ormai sembrano vivere solo in una realtà digitalizzata che li avvolge e li avviluppa. Non esistono se non chattano, se non consultano continuamente lo schermo, quasi per la conferma di esistere, perché è questa la loro vita. E se proponessimo un giorno, un solo giorno di tregua per riposare le mani e gli occhi, e disintossicare il cervello? Chissà, forse potrebbe sembrare un gioco nuovo, e magari anche piace- re. Chissà...
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